venerdì 25 ottobre 2019

#12 I MATERIALI DELLA COSA


Come accennato in un post precedente, i materiali per le copertine dei libri sono stati diversi nel corso della storia.
Le prime copertine rudimentali in nostro possesso, appartenenti alle popolazioni dei primi secoli dopo Cristo, furono create con l'utilizzo della pelle degli ovini: seccata e conciata, questa andava posta intorno al libro in maniera piuttosto grossolana.
Con l'avvento della cristianità e della Chiesa si sono iniziati ad utilizzare materiali più resistenti come il legno: i primi manoscritti sacri infatti vennero ritrovati custoditi tra due assi di legno per preservarne la qualità.
Un ulteriore evoluzione ha portato al riutilizzo delle pelli, ma diverse, conciate e decisamente più curate nell'aspetto estetico e della sagomatura. Queste pelli erano decisamente più lavorate rispetto alle precedenti, ed è qui che avviene la grande innovazione la grande innovazione: il cuoio. Infatti il cuoio è un materiale che deriva dalle pelli, ma subisce un trattamento (detto "concia") che lo rende imputrescibile. Questo trattamento aumenta esponenzialmente la durabilità del materiale e  contribuisce pesantemente, insieme al suo basso costo produttivo, alla sua diffusione.  In questo periodo si iniziano a vedere anche le prime incisioni sui frontespizi.
Si arriva in fine ai giorni nostri, dove l'incremento della produzione di testi scritti, ha richiesto l'utilizzo di materiali con un rapporto qualità/prezzo sempre più basso. Si è giunti quindi all'uso della plastica e del cartone (o cartoncino) per rivestire i volumi.

link 1 --> Copertina
link 2 --> Cuoio
link 3 --> Materiali per legature




#11 TASSONOMIA DELLA COSA

Per parlare della tassonomia del mio oggetto, la copertina di un libro, bisogna inevitabilmente ripercorrere la storia e la tassonomia dei libri, e più in generale della scrittura.

Infatti i manoscritti più antichi ritrovati sono probabilmente le tavolette di argilla scritte dalle prime civiltà più di 4000 anni fa.
Si arriva poi all'impero romano, alla civiltà greca , latina e musulmana, queste popolazioni furono le prime a scrivere dei "libri" per così dire, poichè i ritrovamenti più antichi sono dei papiri arrotolati su bastoni di legno.
Ma con l'avvento di queste civiltà e in particolar modo della chiesa, si iniziò a sentire l'esigenza di proteggere i manoscritti, discorso particolarmente valido per i testi sacri, si crearono quindi dei rivestimenti esterni, che avvolgessero completamente il volume e lo proteggessero da intemperie esterne, strappi e umidità.  Queste copertine sono anche le prime a vedersi apposto un logo, con dei ricami in oro (in particolar modo i manoscritti ecclesiastici), usanza quella del logo che si è mantenuta fino ad oggi, e si è evoluta diventando un efficace strumento di marketing.
Le prime copertine erano create con tavole di legno, passando poi per le prima copertine in cuoio, largamente diffuse in epoca medievale e rinascimentale.
Si arriva poi alle copertine create in cartoncino, e con materiali più morbidi, si parla quindi degli ultimi duecento anni.
Al giorno d'oggi le copertine sono create molto spesso con plastiche, anche se i libri più curati e antichi possono ancora essere fabbricati in cuoio. La loro principale utilità oggi è quella di attrarre l'attenzione del cliente.

link 1 --> Copertina
link 2--> L’origine del libro: quando è diventato quello che conosciamo oggi
link 3 --> Legatoria

#10 PROVERBI LEGATI ALLA COSA

Uno dei proverbi che può essere collegato al rivestimento di un libro o taccuino è :

" Non si giudica un libro dalla copertina".

Questa frase, contestualizzata, consiglia di non giudicare  prematuramente una cosa prima di averla capita e conosciuta, in modo da avere una visione completa di questa cosa.

#9 I NOMI DELLA COSA

Dal vocabolario della Treccani si ottiene la seguente definizione di "copertina":

"Foglio esterno che copre ciascun esemplare di un libro, di un opuscolo, di una rivista quando esce dalla stamperia. Di carta quasi sempre più grave di quella delle altre pagine della pubblicazione, reca di solito il titolo del libro o del periodico, talvolta riproducendo esattamente il frontispizio, talaltra con abbellimento di fregi e di vignette anche a diversi colori."

Di seguito verranno riportate le principali traduzioni linguistiche:
Francese:  couverture;
Spagnolo: carpeta;
Tedesco: Bücherdeckel;
Inglese: cover of books;

E' interessante notare come dal punto di vista fonetico, alcune di queste parole si richiamino e si assomiglino: questo accade in particolar modo per le traduzioni in francese e spagnolo. Questo fatto non è casuale, infatti queste due lingue appartengono, insieme all'italiano, al gruppo delle lingue neolatine.
Parallelo a questo confronto si può portare in esame l'altro grande ceppo linguistico presente nel continente europeo: il gruppo di lingue germaniche. tra queste troviamo:
Inglese:  cover of books;
Tedesco: Bücherdeckel;
Olandese: boekomslag;
Danese: bokomslag;
Norvegese: bokomslag;
Svedese: bokomslag;

E anche qui si può notare una somiglianza fonetica tra le varie traduzione (eccezion fatta per l'inglese), evidenziando ancor di più la differenza del gruppo di lingue neolatine.

Fonti: Traduttore, 
link 1--> lingue germaniche

lunedì 21 ottobre 2019

#8 LA COSA

Personalmente, come "cosa" ho scelto le copertine per taccuini realizzate artigianalmente in cuoio.
Il motivo di questa scelta è legato al fatto che da una semplice "cosa" di cuoio, analizzandola con occhio critico si possono ricavare molte più informazioni di quanto non si possa pensare, riguardo alla città e alle sue tradizioni.

Infatti la copertina del taccuino, è fatta in cuoio, materiale questo, che ha sempre rivestito una parte fondamentale nell'economia della città e formato generazioni di famiglie artigiane specializzate in questa lavorazione. Inoltre molto spesso queste copertine, sopratutto se artigianali e non industriali, hanno dei ricami in oro, evidenziando anche qui un'altra componente dell'artigianato fiorentino: gli orafi, da sempre molto apprezzati.
Sulla facciata frontale si può vedere anche il simbolo della città: il giglio. Vedendo questo simbolo infatti il richiamo alla città è inevitabile.

In conclusione, la copertina di cuoio rappresenta per me un rimando immediato a Piazza della signoria, e più in generale alla storia della città.



#7 UN FILM

Il film che riporta subito alla mia mente piazza della Signoria e palazzo Vecchio è senza dubbio Inferno: il film campione d'incassi basato sull'omonimo romanzo di Dan Brown, il cui protagonista, Robert Langdon, è interpretato da Tom Hanks.

Il film è ambientato per più di metà nella città di Firenze e, molte delle scene ruotano intorno ad enigmi presenti all'interno di palazzo Vecchio e in piazza della Signoria.

L'accurata descrizione dei luoghi e della loro storia permette a chiunque abbia visitato almeno una volta la città di seguire perfettamente gli spostamenti dei protagonisti all'interno della città.

#6 IL NOME DEL LUOGO

Esplorando la storia del nome di Piazza della Signoria, è possibile farsi un'idea di quanto questo luogo abbia rivestito, nel corso della storia un punto nevralgico fondamentale per la vita della città. Bisogna sapere infatti, che l'odierna Piazza della Signoria non ha sempre avuto questo nome, ma bensì ne ha cambiati tre: Piazza dei Priori, Piazza di Granduca e il nome odierno.

Riguardo al secondo nome che la città ebbe, ovvero Piazza di Granduca, la  motivazione è piuttosto semplice: infatti in quel periodo storico Firenze era governata dal Gran ducato di Toscana, da qui il nome della piazza principale.
Più interessante invece è la ricerca delle motivazioni legate dietro "Piazza dei Priori": infatti nell'antichità i priori erano i rappresentanti delle varie classi artigiane della città, che ai tempi, governavano la stessa. La sede del governo dei Priori era palazzo Vecchio, all'epoca palazzo dei Priori, e da qui il nome Piazza dei Priori.

Infine il nome odierno: Piazza della Signoria. Qui la storia legata al nome è variegata, c'è infatti chi sostiene che il nome derivi unicamente dal fatto che la zona di palazzo Vecchio fu la zona dove vissero i nobili, da qui "la Signoria".
Un'altra corrente ritiene che invece il nome sia dovuto al fatto che in quella piazza aveva la sede il sommo organo di governo della Repubblica di Firenze, "la Signoria" per l'appunto. Quest'ultima era infatti composta da tre classi: dal Consiglio dei Gonfalonieri (rappresentanti dei quartieri), dai dodici Buonomi (gli anziani della città), e dal consiglio della Signoria (i Priori).

Sitografia:
link 1--> quale Signoria stava a palazzo Vecchio?
link 2 --> Piazza della Signoria a Firenze, 10 curiosità che ancora non sai

mercoledì 16 ottobre 2019

#5 IL MITO

Firenze, essendo città ricca di storia e tradizione, com'è facile immaginare è ricca di miti. Avendola visitata quelli che mi hanno colpito di più per il significato sono due: quello legato al Perseo scolpito da Benvenuto Cellini, situato nella Loggia Lanzi, e quello legato a Michelangelo, scolpito sulla faccia destra di palazzo Vecchio.

La prima scultura narra, l'uccisione di Medusa da parte di Perseo, con quest'ultimo che tiene in mano la sua testa mozzata. La curiosità, che pochissimi notano, sta nel retro della statua, infatti nella giunzione del collo con i muscoli delle spalle di Perseo, è possibile vedere un volto sorridente.
 Qui nascono due interpretazioni: la prima sostiene che questo artificio sia stato utilizzato dal creatore per sdrammatizzare una scena epica. 
La seconda ipotesi fatta, è che l'artista abbia voluto imprimere un auto ritratto sulla sua creazione! 


























Il secondo mito invece, è raffigurato sulla facciata destra di Palazzo Vecchio. Il mito vuole che l'opera sia stata fatta da Michelangelo, e rappresenta un volto umano a cui sono state date due diverse interpretazioni:
La prima, secondo la quale il volto rappresentato è di un uomo che spesso e volentieri dava fastidio all'artista, così che lui un giorno, mentre parlava con questo "disturbatore" scolpì con le mani dietro la schiena questo volto, rinominato appunto "L'importuno".
La seconda interpretazione, afferma che il volto, appartenesse ad un condannato alla gogna e che Michelangelo abbia voluto rappresentare l'istante, facendo ciò sulla pietra più vicina, quella di palazzo Vecchio.
link 1 -->15 curiosità su Firenze, tra storia e leggenda

link2 --> Leggende di Firenze: miti e misteri della città rinascimentale

#4 CITAZIONI

"Palazzo Vecchio assomiglia a una gigantesca torre degli scacchi. Con la sua solida facciata squdrata e gli spalti merlati, l'edificio è giustamente situato a guardia dell'angolo sudorientale di Piazza della Signoria. L'insolita torre che s'innalza quasi dal centro della facciata è un'immagine inconfodibile diventata il simbolo di Firenze. Concepito come sede di un potente governo, l'edificio impone ai suoi visitatori un vistoso assortimento di statue maschili. Il muscoloso Nettuno di Ammannati sovrasta nudo quattro cavalli a simboleggiare il dominio marittimo di Firenze. Una copia del David di Michelangelo, probabilmente il nudo maschile più ammirato al mondo, domina in tutta la sua gloria l'ingresso del palazzo, affiancato da Ercole e Caco - altri due uomini, anch'essi nudi e a grandezza doppia del naturale - che, insieme alla schiera di satiri di Nettuno, fanno salire a più di dieci il numero di falli in bella vista che accolgono i visitatori."

Dan Brown, Inferno, Mondadori, 2013, pp 169

"Vayentha aveva lasciato la moto appena a nord di Palazzo Vecchio e si stava avvicinando a piedi lungo il perimetro di piazza della Signoria. Mentre avanzava tra le statue sotto la Loggia dei Lanzi, non potè fare a meno di notare che tutte sembravano rappresentare variazioni di uno stesso tema: l'esibizione violenta del dominio maschile sulle donne.
Ratto delle Sabine.
Ratto di Polissena.
Perseo con la testa di Medusa."

 Dan Brown, Inferno, Mondadori, 2013, pp 207

sabato 12 ottobre 2019

#3 IL LIBRO

Libro: "Le vecchie strade e le piazze raccontano la storia di Firenze"
Autore: Rodolfo Malquori
Anno di pubblicazione: 2012
Pagine: 192
Editore: Polistampa

Questo libro, attraverso l'analisi dei simboli caratteristici della città e dei monumenti storici, permette di avere un quadro chiaro della storia di Firenze. Attraverso ciò si può quindi avere una panoramica di Piazza della Signoria, ovvero si può conoscere la simbologia e la storia legate ad essa.
E' un libro che analizza "cose" famose, che siamo abituati a vedere nei libri di storia dell'arte, ma in una chiave nuova che permette di conoscerne la storia.

Libro: "Inferno"
Autore: Dan Brown
Anno di pubblicazione: 2013 
Pagine: 522
Editore: Mondadori

Questo libro è il sesto romanzo scritto dall'autore, e indubbiamente, uno dei meglio riusciti e famosi.
Il protagonista, Robert Langdon, si troverà alle prese con un enigma riguardante Dante e la sua vita, al fine di scongiurare il diffondersi di un virus progettato da Bertrand Zobrist. Il tutto ambientato nella pittoresca cornice della città di Firenze, tra la sua storia e i suoi monumenti più famosi.











#2 LE COSE

Firenze, e in particolar modo Piazza della Signoria, sono senza ombra di dubbio caratterizzate da delle peculiarità uniche. Peculiarità queste, che possono essere riassunte, immaginando la città e le prime cose che vengono in mente legate ad essa.



CUOIO E CARTA
Andando a Firenze, non si può non parlare dell'enorme quantità di cuoio fiorentino che si può vedere in vendita.
E' infatti una tradizione tipica fiorentina quella di produrre oggetti con il cuoio, in particolar modo borse e taccuini, caratterizzati questi da un'altra produzione tipica: la carta.
 La pelle ed il cuoio hanno sempre rivestito una produzione chiave per la città di Firenze, tanto che ancora oggi si trovano botteghe che producono queste cose con le stesse tecniche di un tempo.
Girando per le strade della città è comunissimo imbattersi in botteghe che vendono cuoio lavorato.
Per quanto concerne la carta, anche questa deriva da un'antica e tradizionale produzione: la carta marmorizzata. Questa porta la carta ad assumere l'aspetto di una lastra di marmo.











TESTA DI MEDUSA, CARAVAGGIO
Questo scudo rappresenta, la testa mozzata di medusa, un mostro mitologico caratterizzato da una testa ricoperta di serpenti e in grado di pietrificare chiunque la guardasse negli occhi.
Questa è senza dubbio una delle opere più famose realizzate da Caravaggio, ed ancora oggi motivo di centinaia di migliaia di visite all'anno presso la Galleria degli Uffizi, dove è custodita, a pochi passi da Piazza della Signoria.
Creata nel 1598, rappresenta una tecnica "olio su tela", fatta su di un legno di fico.









LA MASCHERA FUNERARIA DI DANTE ALIGHIERI
La maschera funeraria di Dante, custodita all'interno del Palazzo Vecchio a Firenze, è ritenuta essere il calco del volto del sommo poeta. Rappresenta sicuramente una "cosa"importantissima e caratteristica del luogo: la storia di Dante è collegata a doppio filo con quella della città. Inoltre la maschera e Piazza della signoria hanno acquisito notevole importanza dopo l'uscita del film "Inferno" basato sull'omonimo bestseller di Dan Brown. Molte scene del film sono infatti girate nella piazza.



#1 PIAZZA DELLA SIGNORIA, FIRENZE

Piazza della Signoria, è la principale piazza del capoluogo toscano, e rappresenta uno dei nuclei artistici dell'intero paese.
Scoprendola infatti, è possibile avere uno spaccato a 360° di cosa sia stato il Rinascimento italiano.

Coordinate geografiche: 43° 46′ 10.51″ N, 11° 15′ 20.76″ E


Come si può vedere la bellezza e la maestosità di questo posto, sono immense. Oltre a ciò in questa piazza si possono vedere tutte le correnti artistiche che si sono succedute nel Rinascimento e, che sotto il controllo della famiglia de' Medici, hanno visto la città svilupparsi, artisticamente, politicamente e culturalmente al massimo.

 Rispettivamente nelle immagini proposte si possono vedere, il palazzo Vecchio, simbolo della piazza e della città con la sua imperitura bellezza. Nella seconda immagine è proposta una scultura denominata "Fontana di Nettuno" ed infine ho scelto di riportare una copia dell'opera forse meglio riuscita e famosa dell'indimenticato Michelangelo Buonarroti: il David.

Ho scelto queste tre opere perché permettono di avere immediatamente uno spaccato delle correnti artistiche succedutesi a Firenze: il palazzo è infatti databile nel XIII secolo mentre le altre due opere sono databili a metà e all'inizio del 1500 rispettivamente.