Riferendosi alle copertine dei libri in ambito letterario, la ricerca della loro presenza come protagonista al centro di opere non è scontata. Infatti non sono molti i testi che ne parlano precisamente, nonostante ciò ho trovato nel più famoso romanzo di Alessandro Manzoni, I promessi sposi, delle parti che corrispondono alle richieste.
Infatti questo romanzo (come anche altri, ad esempio "Il nome della rosa" di Umberto Eco e "Ivanhoe" di Walter Scott), presentano un artificio letterario importante: l'utilizzo di un manoscritto da parte dell'autore per poter in questo modo dare una propria opinione sui fatti in maniera soggettiva, giudicando anche lui l'opera come se la stesse leggendo.
Proprio in questo caso l'autore scrive quanto segue:
" ... Nell’atto però di chiudere lo scartafaccio, per riporlo,mi sapeva male che una storia così bella dovesse rimanersi tuttavia sconosciuta; perché, in quanto storia, può essereche al lettore ne paia altrimenti, ma a me era parsa bella,come dico; ... ".
Riferimenti:
Alessandro Manzoni, I promessi sposi, Introduzione, pp. 7
La parola chiave su cui concentrarsi in questo breve estratto è "scartafaccio": essa infatti indica un quaderno usato per scrivere appunti e/o annotazioni. Guardando alla sua etimologia greca "khartophylákion", significa "Custodia per carte" che corrisponde quindi ad una copertina per un libro o per documenti.
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